IMAGO : Lame o Cause
Termine introdotto da C.G. Jung (1875-1961), con riferimento a
un’Imago ‘materna’,
‘paterna’, ‘fraterna’ e
divenuto di uso comune in psicanalisi. Caratterizzata come
‘rappresentazione o immagine inconscia’,
l’Imago è piuttosto uno schema immaginario, un
prototipo inconscio che orienta in maniera specifica il modo in cui il
soggetto percepisce l’altro, ne orienta cioè le
proiezioni. Formatasi sulla base delle prime relazioni del bambino con
l’ambiente familiare, l’Imago non va peraltro
considerata come correlato di figure reali, ma presenta carattere
fantasmatico; così a un’Imago genitoriale
minacciosa e terribile possono corrispondere genitori reali
estremamente miti.
L'immagine
interna
Come si è visto, soprattutto agli inizi, l'obiettivo
principale di Freud era quello di condurre i pazienti a rievocare i
ricordi rimossi,
così da poterne eliminare gli effetti patogeni.
Ma molto presto Freud aveva cominciato a rendersi conto di un fenomeno
che spesso si verificava nel corso delle sedute condotte secondo il
metodo delle libere associazioni: mentre era impegnato nell'analisi
delle esperienze passate, dei ricordi rimossi e delle resistenze, i
pazienti perdevano spesso ogni interesse per il passato per rivolgerlo
alla sua stessa persona — nel momento presente quindi
— e tendevano a manifestargli determinati sentimenti e a
comportarsi con lui come se si trattasse di qualcun altro. Era entrato
in gioco il transfert: "Ad esempio: l'analizzato non dice di ricordare
d'esser stato caparbio e diffidente verso l'autorità dei
genitori, ma si comporta in questo stesso modo verso il medico. Non
ricorda d'essere rimasto privo di consiglio e di aiuto nella sua
esplorazione sessuale infantile, ma porta un mucchio di sogni e di
associazioni confuse, si lagna che nulla gli riesce e dichiara che
è un suo destino non portare mai a termine ciò
che intraprende. Non ricorda d'essersi profondamente vergognato di
determinate pratiche sessuali e di aver temuto che esse venissero
scoperte, ma mostra ora di vergognarsi del trattamento che ha
intrapreso e cerca di tenerlo celato a tutti; e così di
seguito"
(Freud, 1914).
Possiamo dire che l'analizzato non ricorda assolutamente nulla degli
elementi che ha dimenticato o rimosso, e che egli piuttosto li mette in
atto. Egli riproduce quegli elementi non sotto forma di ricordi, ma
sotto forma di azioni; li ripete, ovviamente senza rendersene conto"
(Freud, 1914).
In queste citazioni si possono osservare due degli aspetti fondamentali
del transfert:
1) la ripetizione del passato nel presente (questa "coazione a
ripetere" è "il suo modo [del paziente] di ricordare")
2) il trasferimento sull'analista di una figura interna, proveniente
dal mondo interno del paziente. Per quanto riguarda il primo aspetto
—la ripetizione delle esperienze infantili, degli
atteggiamenti verso i genitori nel passato, ecc. — tale
ripetizione non deve essere intesa in senso realistico come
riproduzione di relazioni effettive: il transfer: consiste nella
riattivazione delle immagini e delle rappresentazioni di tali
esperienze, cioè dei modi fantastici in cui esse sono state
vissute emozionalmente dal soggetto; non si tratta quindi di
ripetizioni letterali, ma di equivalenti simbolici e deformati di tali
vissuti.
Quanto al secondo aspetto, strettamente legato al primo, Freud afferma
che, quando un investimento libidico infantile è rimasto
"parzialmente insoddisfatto", il soggetto "è costretto ad
avvicinarsi con rappresentazioni libidiche anticipatorie ad ogni nuova
persona che incontra. È' dunque normalissimo e comprensibile
che l'investimento libidico, parzialmente insoddisfatto, tenuto in
serbo con grande aspettativa dall'individuo, si rivolga anche alla
persona del medico. In conformità con le nostre premesse,
questo investimento si atterrà a certi modelli,
procederà da uno dei clichés esistenti nella
persona interessata, oppure, in altri termini, inserirà il
medico in una delle 'serie' psichiche che il paziente ha formato fino a
quel momento" (Freud, 1912). Queste "serie" possono essere
fondamentalmente "l'imago materna", "l'imago paterna", "l'imago
fraterna". Per chiarire questo aspetto, occorre specificare che questa
"imago" (o immagine o oggetto interno), che viene trasferita
sull'analista, non rispecchia le caratteristiche reali ad esempio dei
genitori, bensì riflette il modo in cui tali figure sono
state internamente percepite, vissute, desiderate, temute
nell'infanzia. Il soggetto, infatti, ha costruito, nel corso del suo
sviluppo a partire dall'infanzia dei modelli (nella sua mente), delle
relazioni intrattenute con le persone affettivamente più
importanti, in particolare con i genitori. Tali figure,
cioè, in origine sono state introiettate, ma
contemporaneamente sono state distorte dalla proiezione degli impulsi
del soggetto (specie quelli aggressivi). In effetti, quanto
più patologiche sono le caratteristiche di un individuo,
tanto più lontane dalle figure reali esterne risultano le
sue figure interne. Ad esempio il Super-io, in un bambino, non
rispecchia i genitori come tali, ma piuttosto le figure dei genitori
deformate dalle proiezioni; basta pensare alle caratteristiche rigide,
severe, crudeli, del Super-io (genitori interni) di certi bambini i cui
genitori peraltro sono piuttosto liberali e permissivi.
In questo modo, soprattutto in caso di nevrosi, quando il bambino o
l'adulto incontrano una persona, quest'ultima, invece di essere
percepita nei suoi caratteri reali, viene interpretata attraverso il
"filtro" dell'immagine interna. Nei suo inconscio il soggetto eguaglia
la persona esterna con una delle figure fantastiche presenti nella sua
mente: cosi facendo egli reagisce a quella persona in modo inadeguato,
come se questa rappresentasse un genitore o un fratello, "cattivo" o
"buono". E ciò avviene a priori, prima ancora di verificare
e gli effettivi comportamenti di tale persona, poiché le
figure interne, come una sorta di prestampo, vengono inconsciamente
proiettate su di essa.
Inoltre, poiché nel transfert, come nel sogno, vige il tempo
dell'inconscio,
il transfert ha il carattere della atemporalità:
di conseguenza tratta il passato come se fosse una esperienza attuale,
vigente nel momento immediato.
In sintesi, poiché le relazioni oggettuali dell'individuo
hanno avuto una lunga storia nella quale le figure dei genitori sono
state sia introiettate che distorte, sono le figure fantasmatiche
risultanti, appartenenti al mondo interno e al passato,
che vengono proiettate sull'analista, e che quindi formano la base del
transfert.
Ora, tornando per un momento indietro, si ricorderà che
inizialmente Freud attribuiva all'analisi il compito di rievocare i
ricordi rimossi, di "riempire le lacune della memoria"; se dunque il
transfert, che si incontrava nella cura, consisteva nella ripetizione
del passato anziché nel ricordare il passato, si
può comprendere perché agli inizi egli lo
considerasse uno dei principali ostacoli alla terapia: esso veniva
ritenuto come una delle manifestazioni della resistenza alla analisi,
in quanto appunto si opponeva alla rievocazione del rimosso infantile.
Tuttavia non era questo l'unico modo in cui Freud considerava il
transfert; contemporaneamente egli andava sviluppando un altro punto di
vista: infatti, "essendo sia per il soggetto che per l'analista un modo
privilegiato di cogliere 'a caldo' e in statu nascendi gli elementi del
conflitto infantile, il transfert [cominciò ad essere
considerato] il terreno in cui viene vissuta nel presente la
problematica personale del paziente o in cui [egli] si trova posto di
fronte alla esistenza, alla permanenza, alla forza dei suoi desideri e
dei suoi fantasmi inconsci" (Laplanche, Pontalis, 1973). Freud si
convinse sempre di più che è proprio "su questo
terreno [ il terreno del transfert ] che deve essere vinta la battaglia.
ECCO LO SCOPO PER CUI SONO NATE LE CARTE IMAGO
UN GIOCO DI CARTE ANTICO COME L'UOMO
ATTUALE NELL' ICONOGRAFIA , MA SEMPLICE NELLA INTERPRETAZIONE
NON DEVI ESSERE UN MAGO O UNA STREGA PER GIOCARE CON LE IMAGO
DOPO AVERLE BEN MISCHIATE GIRANE TRE PER SVELARE
PASSATO - PRESENTE - FUTURO
ED IN BASE ALLA LEGGE DELLA CASUALITA'
AVRAI UN ALTRO PUNTO DI VISTA
PER AFFRONTARE LE CAUSE DELLA VITA .
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